Ci sono tanti modi per combattere le mafie: c’è chi si rifiuta di sottostare alle leggi della criminalità e denuncia, si ribella portando avanti il proprio lavoro nonostante le minacce e gli attentati; c’è chi impugna una penna per fronteggiare le armi, e scrive di ciò che scopre, indaga, svela, sveste le mafie dalle sue protezioni, le mette a nudo davanti a tutti. E c’è chi fa della memoria un impegno presente, costante e concreto per costruire su ciò che la mafia ha cercato di distruggere.
Con la conduzione di Ture Magro, conosceremo i volti della Legalità contemporanea, testimoni coraggiosi di un risposta diversa alle pressioni della mafia, una risposta che è un fortissimo “NO”, detto anche per tutti noi.
🎧 Audio ascolto di una narrazione di Ture Magro offerta gratuitamente da Sciara Progetti Teatro, per preparare gli studenti all’evento streaming
DURATA: 90′, DALLE 9:30 ALLE 11:00
TEMI: EDUCAZIONE CIVICA, MAFIA, LEGALITA’, CORAGGIO, CRESCITA PERSONALE
PER STUDENTI DAI 14 AI 20 ANNI
Tiberio Bentivoglio è un commerciante di Reggio Calabria che, per non aver voluto pagare il pizzo alla ‘ndrangheta, oggi, è Testimone di Giustizia. Vive sotto scorta da oltre 10 anni e per la sua scelta di vita, il suo negozio ha subito diversi attentati. Punito dai mafiosi per essersi ribellato alle loro leggi, ha fatto ricorso alla denuncia per ottenere giustizia. Il 9 febbraio 2011, la criminalità organizzata tenta di fermare la tenacia di Tiberio, definitivamente: gli sparano alle spalle 6 colpi di pistola. Gli avvertimenti e le ritorsioni sono finite, ora vogliono ucciderlo. Ma Tiberio non molla, sopravvive e porta avanti la sua battaglia. Anche senza il sostegno che si aspettava dallo Stato. Oggi, per questo, si definisce un Testimone di Verità in attesa di Giustizia
Claudio Cordova è fondatore e direttore del quotidiano online “Il Dispaccio”. Ha lavorato per diverse testate calabresi, occupandosi di cronaca nera e giudiziaria e di giornalismo investigativo. Nel 2014 è stato nominato consulente esterno della Commissione Parlamentare Antimafia. Ha vinto diversi premi per l’attività giornalistica, tra cui quello del Coordinamento Nazionale Riferimenti, “Giornalismo in trincea”, il premio giornalistico “Letizia Leviti”, il premio giornalistico “Arrigo Benedetti” e il Premio all’Eccellenza e all’Innovazione. Fa parte della rete IRPI-Correctiv per la pubblicazione di inchieste sulla criminalità organizzata, pubblicando sul Dispaccio il versante calabrese delle vicende, e portando un grande contributo come presenza sul campo. Ha pubblicato i libri “Terra venduta. Così uccidono la Calabria – Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni” (Laruffa, 2010), “Il sistema Reggio” (Laruffa, 2013), “Gotha – il legame indicibile tra ‘ndrangheta, massoneria e servizi deviati” (PaperFirst, 2019). Tra il 2017 e il 2018 ha realizzato da freelance in Messico il documentario “La terra degli alberi caduti”, su narcotraffico, corruzione e desaparecidos. Nel 2019 ha vinto il Premio Nazionale “Paolo Borsellino” per il Giornalismo, nel 2020 ha ricevuto il “Massimo Riconoscimento” dall’Istituto Nazionale Azzurro per la sua attività contro la ‘ndrangheta.
Referente del settore Memoria dell’organizzazione Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, figlia di Vincenzo “Cecè” Grasso, imprenditore simbolo della lotto contro la ‘ndrangheta, ucciso nel 1989 a Locri. Il padre, Vincenzo Grasso, aveva sempre denunciato i tentativi d’estorsione fin dal 1982; viene ucciso sette anni dopo e l’indagine viene archiviata senza trovare nessun responsabile. Stefania Grasso oggi vive e lavora a Locri, dove si dedica all’attività di ricostruzione delle storie dimenticate e sconosciute delle vittime innocenti della malavita calabrese.
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